Il Pittore Mangone inaugura a Buccino una grande mostra di 116 opere tra memoria archeologica e visione contemporanea

Condividi:

Il Pittore Mangone inaugura a Buccino una grande mostra di 116 opere tra memoria archeologica e visione contemporanea

La Presidente della Fondazione FAM: “L’antica Volcei torna a parlare al presente”

Buccino, antico cuore della Volcei romana, riapre le porte della sua storia millenaria al mondo attraverso il linguaggio potente dell’arte contemporanea. È stata inaugurata presso il Museo Archeologico Nazionale “Marcello Gigante”, ospitato nello straordinario complesso dell’ex convento degli Eremitani di Sant’Agostino, la mostra “Fernando Mangone racconta al mondo l’Antica Volcei”, un ampio progetto espositivo che riunisce 116 opere del Maestro Fernando Mangone. Un’esposizione che non si limita a occupare gli spazi del museo, ma li attraversa, li interroga, li trasforma, costruendo un dialogo continuo tra passato e presente, tra reperto archeologico e segno pittorico, tra memoria collettiva e sensibilità contemporanea.
Ad aprire idealmente il percorso è la voce dello stesso Fernando Mangone, che affida alla mostra un significato profondo e universale: “Questa esposizione non nasce come un omaggio formale al passato né come un esercizio di stile. È un atto vivo, una necessità. I reperti archeologici diventano emozione contemporanea, il colore diventa sogno, la pittura diventa un linguaggio capace di parlare a chiunque. Raccontare l’Antica Volcei oggi significa restituirle energia, farla vibrare nel presente e proiettarla nel futuro con un messaggio di speranza, pace e umanità”.
La mostra si sviluppa all’interno di uno dei luoghi simbolo della storia campana, custode di oltre cinquemila anni di civiltà. Armi, utensili, vasi, gioielli, mosaici e la celebre Tomba della “Signora degli Ori” sono parte integrante di un racconto che Mangone rilegge attraverso una pittura intensa, espressiva, carica di colore e di segni archetipici. Le sue opere non illustrano il passato, ma lo reinterpretano, lo fanno parlare con un linguaggio diretto e immediato, capace di coinvolgere tanto il pubblico esperto quanto il semplice visitatore.
In questo incontro tra antico e contemporaneo si inserisce la visione della Fondazione FAM – Fondazione Arte Mangone, che ha fortemente sostenuto il progetto. La Presidente Anna Coralluzzo sottolinea il valore culturale e sociale dell’iniziativa: “Questa mostra è molto più di un’esposizione. È un ponte tra memoria e presente, tra centro e margini, tra comunità e patrimonio. Attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, i reperti storici tornano a vivere emotivamente. Il nostro obiettivo è dare centralità a luoghi straordinari come questo, animandoli con progetti culturali, laboratori, performance e nuove occasioni di incontro, affinché il museo torni a essere uno spazio vivo e condiviso”.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore in una narrazione stratificata: dalle forme del vasellame antico ai gioielli, dagli intrecci floreali alle figure zoomorfiche, fino ai grandi riferimenti simbolici come la Tomba della Signora degli Ori e il mosaico della Sala del Banchetto. Accanto a questi, emergono i paesaggi urbani di Mangone, città italiane ed europee attraversate da una pittura vibrante, in cui la modernità accoglie al suo interno segni e simboli di Volcei, come se la storia antica continuasse a viaggiare nel mondo.
Un progetto culturale di ampio respiro, accolto con convinzione dall’amministrazione comunale. Il Sindaco di Buccino, Pasquale Freda, evidenzia il valore strategico della mostra: “Ospitare le opere di Fernando Mangone nel nostro Museo Archeologico Nazionale significa creare un dialogo forte tra i cinquemila anni di storia di Volcei e l’arte del nostro tempo. È un’occasione importante per valorizzare il museo, renderlo accessibile anche ai più giovani e rafforzare l’identità culturale del territorio”.
La mostra si inserisce inoltre in un più ampio programma di valorizzazione culturale che guarda alle aree interne come luoghi di produzione artistica e non solo di conservazione. In questo senso, l’arte diventa strumento di partecipazione, educazione e rigenerazione.
A sottolineare questo aspetto è l’Assessore alla Cultura, Anna Ferrara, che lega l’evento al futuro delle nuove generazioni: “Avvicinare i giovani ai luoghi storici attraverso l’arte contemporanea è oggi una priorità. Questo progetto crea un dialogo intergenerazionale, rende il museo uno spazio aperto, vivo, capace di accogliere anche musica e performance. È un modo concreto per contrastare lo spopolamento delle aree interne e costruire un senso di appartenenza”.
Nel racconto della mostra emerge anche la dimensione internazionale dell’artista. A ricordarlo è la giornalista della Fondazione FAM Barbara Landi, che sottolinea il valore simbolico del ritorno di Mangone nella sua terra: “Fernando Mangone è un artista globetrotter, conosciuto e apprezzato nel mondo, che torna a Buccino per raccontare l’Antica Volcei con una pittura potente, fatta di colori vibranti e segni universali. È una grande sperimentazione che diventa messaggio all’umanità, un invito alla pace e alla speranza, dove la storia riaffiora trasformata, rinnovata, resa attuale”.
Con “Fernando Mangone racconta al mondo l’Antica Volcei”, il Museo Archeologico Nazionale “Marcello Gigante” si conferma non solo custode del passato, ma luogo di dialogo, ricerca e visione, capace di accogliere l’arte contemporanea come strumento per comprendere meglio la nostra storia e il nostro tempo. Una mostra che restituisce voce alla memoria, colore alla storia e futuro a uno dei luoghi più affascinanti della Campania.